Villa Emo fu realizzata dal Palladio nel 1560, circa, per Leonardo Emo, un rappresentante di una nobile famiglia veneziana. Non è la prima volta che il Palladio viene contattato da facoltosi proprietari terrieri, che sanno di trovare il lui un architetto capace di coniugare finalità pratiche e celebrative. La circostanza è particolarmente favorevole perché la grande tenuta agricola di Fanzolo si trova in una zona rurale di centuriazione romana, regolata da tracciamenti ortogonali che si rivelano uno sfondo ideale per le ampie prospettive palladiane, sottolineate da filari di pioppi e dal disegno di viali e strade. Il complesso della villa comprende non solo la dimora e le sue adiacenze, ma anche il lungo cannocchiale e la zona agricola a nord, il giardino, definito da aiuole geometriche e viali decorati da statue a sud e, oltre la cancellata d’ingresso, la duplice schiera di abitazioni rustiche che forma il Borgo Brolo. La proprietà della villa conserva i confini originali, estendendosi fino alla via Postumia, antica strada romana, e l’orientamento della trama dei campi segue ancora la griglia della centuriazione, sottolineata dal duplice filare di cipressi.